Tratto da varesenews.it |
La preparazione atletica risulta essere alla base di ogni disciplina. In Italia purtroppo spesso viene messa da parte o sottovalutata, altre volte ancora si discosta dai modelli prestativi di uno sport specifico e si tende a fare preparazioni insufficienti o inefficaci.
Una buona preparazione può fare la differenza tra un primo e un secondo posto. Proviamo adesso a fare un po' il punto della situazione in un disciplina olimpica come il Taekwondo. Certo il compito è arduo e gli spazi ridotti, alcuni temi potranno essere oggetto in futuro di approfondimenti ma vediamo comunque di gettare delle basi.
INTRODUZIONE E STORIA OLIMPICA
Una buona preparazione può fare la differenza tra un primo e un secondo posto. Proviamo adesso a fare un po' il punto della situazione in un disciplina olimpica come il Taekwondo. Certo il compito è arduo e gli spazi ridotti, alcuni temi potranno essere oggetto in futuro di approfondimenti ma vediamo comunque di gettare delle basi.
INTRODUZIONE E STORIA OLIMPICA
Il Taekwondo risulta essere una moderna disciplina olimpica. Entra ufficialmente in scena nei giochi olimpici di Atene 2004 e ad oggi l’Italia vanta nel proprio palmares 1 argento a Pechino 2008 con Mauro Sarmiento, 1 Bronzo (sempre di Mauro Sarmiento) ed uno spettacolare oro con Carlo Molfetta, Londra 2012. Rio 2016 non ci ha visto protagonisti con 0 atleti qualificati nelle diverse categorie. Le categorie olimpiche sono:
MASCHILE
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FEMMINILE
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-58
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-49
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-68
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-57
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-80
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-67
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+80
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+67
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Tale sport risulta essere molto dinamico con veloci incrementi di Fc. Esso non può prescindere da numerosi schemi motori di base che risultano essere fondamentali per una corretta esecuzione dei complessi gesti motori richiesti. Per queste variabili notevolmente impegnative una corretta programmazione risulta essere fondamentale.
La pratica del Taekwondo non può prescindere pertanto dall’acquisizione dei Fattori Coordinativi definiti da Hitz come “l’insieme dei processi di programmazione e di regolazione dell’attività motoria di un soggetto”.
Tra i fattori coordinativi ricordiamo:- Differenziazione Cinestetica
- Capacità di reazione
- Capacità di equilibrio
- Capacità di ritmo
- Capacità di adattamento e trasformazione
- Capacità di combinazione e di coordinazione segmentaria
- Capacità di orientamento
È idea comune ormai di come lo sviluppo dei fattori coordinativi influisca sulla rapidità e sul livello di apprendimento delle tecniche specifiche di ogni singolo sport.
PERIODIZZAZIONE
DEL TRAINING
Durante l’anno siamo bombardati da gare regionali, interegionali, nazionali, open internazionali. Per ottenere il massimo rendimento da un atleta bisogna programmare bene. Sicuramente vi saranno gare più o meno importanti. La periodizzazione dovrebbe essere svolta al fine di ottenere il picco di forma in prossimità della gara più importante dell’anno. Concetto quasi banale ma non sempre fissato nelle menti di coach e allenatori. Bisogna pertanto riuscire a programmare in maniera diversa, avendo atleti con obiettivi diversi e in diversi momenti dell’anno. Il compito è arduo ma nessun risultato degno di nota è stato raggiunto in modo semplice.
Umberto Li Vigni in attività |
Una buona programmazione non può prescindere dai Test atletici svolti almeno tre volte l’anno per monitorare l’andamento dell’atleta e la sua efficienza fisica. Numerosi sono i test e ci limitereremo ad accennarne solo alcuni senza dilungarmi eccessivamente sulle varie procedure.
Innanzitutto ci soffermeremo sulla valutazione della Forza veloce o esplosiva che è alla base della tecnica del Taekwondo.
Tra i test che valutano tale capacità ricordiamo:
- Squatting Jump: molto utile per verificare la forza esplosiva dei muscoli estensori della gamba. Si esegue partendo dalla posizione di mezzo squat fino ad arrivare alla massima elevazione possibile. Per la sua valutazione è utilizzata la formula elevazione=tempo di volo- 1.226
- Counter movement jump: Valuta il ritorno elastico dei muscoli estensori degli arti inferiori.
- Test di Seargent: prevede l’esecuzione di un salto. La misurazione avviene facendo la differenza tra la massima altezza misurata tramite il braccio disteso in alto in seguito al salto e l’altezza misurata da fermo a braccio disteso.
- Salto in lungo da fermo: si esegue piegando leggermente le gambe e ponendo le braccia indietro nella fase di partenza per poi cercare di coprire la massima distanza possibile.
Molti altri test valutano la forza esplosiva. Ci soffermiamo su questi in quanto tra i più importanti ai fini pratici nel Taekwondo e tra i più facili da attuare. Ovviamente tali test non possono prescindere da una figura professionale che li standardizzi fornendo dati attendibili per la sana progressione dell’allenamento.
Sempre fondamentale per la pratica del Taekwondo risulta essere la mobilità articolare.
Per valutare tale capacità già descritta nell’articolo del Dott. Vella MOBILITÀ ARTICOLARE ED ALLENAMENTO, vorrei ricordare il
- SIT AND REACH TEST: tale test valuta la flessibilità della regione lombare e dei muscoli estensori della coscia (fondamentali per una buona tecnica nei calci al viso). Il soggetto viene posto seduto a terra con le gambe distese e le ginocchia aderenti al terreno, al livello dei piedi viene posto un cubo e si chiede al soggetto di allungarsi verso le punte dei piedi stesse. In base alla posizione di arrivo si prendono i dati dando uno specifico punteggio al soggetto. Anche in questo caso il test dovrebbe essere svolto da un professionista delle scienze motorie per garantirne la qualità e l’attendibilità. Per quanto concerne invece i parametri cardiaci e polmonari risulta essere molto interessante l’indice di Ruffier-dixon. Tale indice ricava l’indice di recupero cardiaco fondamentale per monitorare lo stato di forma dei soggetti. Il protocollo necessita di una traccia audio che scandisce il tempo per l’esecuzione di 30 squat in 45 secondi. L’indice tiene conto della frequenza cardiaca a riposo, della frequenza cardiaca subito dopo lo sforzo e di quella dopo 1’ dall’attività.
Fondamentali risultano essere anche i test indiretti per misurare la FC max. Tra di essi ricordiamo Cooper e ancor meglio Karvonen che nella sua formula tiene conto, al contrario di Cooper della Frequenza cardiaca a riposo. Interessanti risultano anche essere le formule di Tanaka e Astrand che sembra si avvicinino maggiormente ai dati relativi agli atleti siciliani.
Tra i test invece inerenti alla valutazione del Vo2max ricordiamo ad esempio i test incrementali e quelli rettangolari. Queste metodiche spesso necessitano dell’utilizzo di metabolimetri da campo e da laboratorio. PROGRESSI E SUPERCOMPENSAZIONE
Una volta svolti i Test e definiti i punti di partenza bisogna programmare al meglio la stagione sportiva. Per la programmazione però risulta essere fondamentale il concetto della Supercompensazione.
La supercompensazione è un modello teorico che spiega come l’organismo si adatti in seguito ad uno stimolo stressante (allenamento). Dall’immagine risulta evidente come un giusto compromesso tra intensità del training e tempi di recupero risulti essere alla base per un rendimento via via crescente nel tempo.
LE OPERAZIONI DI PESO
Tratto da leccecronaca.it |
Una piccola parentesi adesso da chiarire. Ancora oggi purtroppo si assiste a scene di allenamenti quotidiani svolti con: Maglietta, felpa, maglione, seconda felpa, giubbotto antiproiettile, impermeabile, giacca a vento ecce cc. Questo per “dimagrire più in fretta”. Sudare non significa dimagrire, ma perdere liquidi che se non correttamente in equilibrio con l’ambiente esterno possono portare a gravi shock per l’organismo. Affidatevi ad un preparatore professionista in questi casi cercando di programmare attentamente il dimagrimento mediante programmi specifici che si incastrino perfettamente con le preparazioni tecniche specifiche.
CONCLUSIONI
Valutazione funzionale, analisi dei progressi, metodo scientifico. Queste costanti sono alla base del successo sportivo. La preparazione tecnico specifica di ogni sport non può prescindere da tali costanti. La massimizzazione del rendimento può avvenire solamente se tutte le variabili sono al proprio posto. L’utilizzo di un preparatore atletico, laureato in Scienze Motorie che ha le conoscenze e gli strumenti adatti a tirar fuori il meglio (atleticamente parlando ) dai soggetti potrebbe rappresentare una strada vincente per fare la differenza come società, come regione e perché no anche come nazione. Il metodo scientifico deve però essere applicato sin dalle singole associazioni sportive in modo da fornire atleti sempre più preparati e atleticamente e tecnicamente completi. Un aspetto da non sottovalutare è la prevenzione degli infortuni. In passato si sono notati spesso infortuni muscolari e scheletrici dovuto ad un’evoluzione tecnica non supportata da un corretto sviluppo motorio e soprattutto atletico. A tal proposito sembra utile citare dalla letteratura scientifica l’articolo di lavoro svolto da Quatman-Yates, Catherine C., et al, che ha cercato di investigare su come i programmi di forza specifica svolti in età adolescenziali possano influire sugli infortuni. Lo studio parte dal lavoro di numerosi studi che attestano come la crescita adolescenziale senza un corrispondente sviluppo di forza aumenti il rischio di infortuni del ginocchio. Lo studio individua nell’età pre-adolescenziale il momento perfetto per l’allenamento della forza a scopo di prevenzione degli infortuni.
A cura del Dott.
Umberto Li Vigni
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
2. Valutazione dell’atleta, analisi funzionale e biomeccanica della capacità di prestazione, Antonio Dal Monte, Marcello Faina, UTET editore
3. Lineamenti di teoria e metodologia del movimento umano, Francesco Casolo , Vita e Pensiero Editore
4. Quatman-Yates, Catherine C., et al. "A longitudinal evaluation of maturational effects on lower extremity strength in female adolescent athletes." Pediatric physical therapy: the official publication of the Section on Pediatrics of the American Physical Therapy Association 25.3 (2013): 271.