Fitness a 360° segnala un interessante lavoro di Moro, Thomas e Bosco " Blood pressure and heart rate response to two resistance training technique of different intensity ". Di seguito una breve sintesi in lingua italiana.
La pratica di una regolare attività fisica è un’ottima strategia per contrastare l’obesità e le patologie ad essa correlate. È stato recentemente dimostrato da Paoli et al come un High Intensity Resistance Training (HIRT) (Allenamento submassimale con sovraccarichi) possa incrementare il metabolismo basale e ridurre il quoziente respiratorio, migliorando l’ossidazione dei grassi. Il ridotto tempo di esecuzione di questa tecnica può aiutare a contrastare una delle maggiori barriere all’allenamento, ovvero la mancanza di tempo.
Lo scopo di questo studio è verificare se l’HIRT sia una tecnica sicura quanto i protocolli proposti dalle comuni linee guida (Allenamento Tradizionale - TT). 20 soggetti sani hanno effettuato entrambi i protocolli: la tecnica HIRT consisteva in 6 ripetizioni, 20” di pausa, 2/3 ripetizioni mantenendo lo stesso carico iniziale, 20” pausa e nuovamente 2/3 ripetizioni con 2’30” di recupero tra le macroserie; il TT consisteva invece in 3 serie da 15 ripetizioni con 1’15” di recupero. Durante l’esercizio sono state monitorate la pressione sanguigna sistolica (SBP) e diastolica (DBP) e la frequenza cardiaca (HR), abbiamo inoltre ricavato la pressione arteriosa media (MAP) e il doppio prodotto (RPP) come indici cardiovascolari. I soggetti hanno riportato simili risposte cardiache (HIRT=128,20±15,64; TT= 116,29±14,78) e pressorie (SBP: HIRT=134,82±13,90; TT= 128,87±12,46 E DBP: HIRT=73,38±10,90; TT=73,94±9,66). È interessante sottolineare come durante l’HIRT i soggetti abbiano raggiunto valori di DBP inferiori al TT e la MAP fosse significativamente più elevata durante l'allenamento tradizionale. I risultati di questo studio sembrano suggerire che l’HIRT possa essere una metodica sicura di allenamento e potrebbe essere introdotta come protocollo per contrastare l’obesità.
Lo scopo di questo studio è verificare se l’HIRT sia una tecnica sicura quanto i protocolli proposti dalle comuni linee guida (Allenamento Tradizionale - TT). 20 soggetti sani hanno effettuato entrambi i protocolli: la tecnica HIRT consisteva in 6 ripetizioni, 20” di pausa, 2/3 ripetizioni mantenendo lo stesso carico iniziale, 20” pausa e nuovamente 2/3 ripetizioni con 2’30” di recupero tra le macroserie; il TT consisteva invece in 3 serie da 15 ripetizioni con 1’15” di recupero. Durante l’esercizio sono state monitorate la pressione sanguigna sistolica (SBP) e diastolica (DBP) e la frequenza cardiaca (HR), abbiamo inoltre ricavato la pressione arteriosa media (MAP) e il doppio prodotto (RPP) come indici cardiovascolari. I soggetti hanno riportato simili risposte cardiache (HIRT=128,20±15,64; TT= 116,29±14,78) e pressorie (SBP: HIRT=134,82±13,90; TT= 128,87±12,46 E DBP: HIRT=73,38±10,90; TT=73,94±9,66). È interessante sottolineare come durante l’HIRT i soggetti abbiano raggiunto valori di DBP inferiori al TT e la MAP fosse significativamente più elevata durante l'allenamento tradizionale. I risultati di questo studio sembrano suggerire che l’HIRT possa essere una metodica sicura di allenamento e potrebbe essere introdotta come protocollo per contrastare l’obesità.
Dott.ssa Tatiana MORO
Dipartimento di Scienze Biomediche
Polo di Fisiologia
Università di Padova
via Marzolo 3, 35131 Padova (PD) - Italia