L'osteoporosi è una malattia progressiva e silente caratterizzata da una riduzione della massa ossea e dal deterioramento della microstruttura dell’osso che porta progressivamente a un aumento della sua fragilità e conseguentemente al rischio di fratture. Per le loro caratteristiche di durezza e scarsa flessibilità, le ossa costituiscono, di fatto, l'impalcatura sulla quale si regge il corpo garantendogli stabilità e possibilità di movimento. L’osso rappresenta un tessuto soggetto a un rimodellamento continuo ed è costituito da collagene, minerali e per il 50% da acqua. Il rimodellamento consiste in una continua opera di distruzione della matrice ossea effettuata dagli osteoclasti e di risintesi della matrice stessa ad opera degli osteoblasti. La disponibilità di calcio influenza grandemente il fenomeno del rimodellamento. Il livello plasmatico di calcio, regolato su base ormonale, dipende dall’assorbimento intestinale di questo minerale e della quantità che si libera dalle ossa nel corso del processo di riassorbimento. Fattori di natura genetica, apporto insufficiente di calcio ed ipocinesia sono alcune delle cause che innescano questa patologia. La prima prevenzione consiste nel garantire un adeguato apporto di calcio con la dieta durante tutta la vita. Ricerche scientifiche dimostrano che, in giovani adolescenti di sesso femminile, aumentando la somministrazione di calcio dall’80% della dose giornaliera al 110% aumenta significativamente il livello di calcio corporeo e la densità ossea. Risulta, ad esempio, che in più del 75% degli adulti l’assunzione giornaliera di calcio spesso è inferiore alla dose raccomandata. Ecco perché, per compensare il deficit nell’assunzione, l’organismo mobilita il calcio dalle ossa. Quando questa condizione si protrae per lungo tempo, la demineralizzazione ossea finisce per portare al quadro dell’osteoporosi, condizione nella quale l’osso si presenta molto fragile. La fragilità è causa di fratture in condizioni di vita normali, cioè senza che esistono sollecitazioni meccaniche delle ossa particolarmente forti. Il rischio di fratture esiste per entrambi i sessi. Tuttavia, l’osteoporosi è più comune nel sesso femminile. La maggiore suscettibilità delle donne allo sviluppo dell’osteoporosi, con il progredire dell’età, è correlabile alla diminuzione di estrogeni che si accompagna alla menopausa. L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha indicato per il sesso femminile una classificazione (o un punteggio) definito T score, dei valori di massa ossea ottenuti mediante l’esecuzione della densitometria, l’esame più utilizzato per valutare la densità della massa ossea. Rispetto al valore medio della massa ossea che viene raggiunto dalla popolazione sana alla maturità, ossia intorno ai 30 anni, si identificano quattro quadri clinici distinti:
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- Normale (T score compreso tra +1 DS e –1 DS);
- Osteopenia (T score compreso tra –1 e –2,5 DS);
- Osteoporosi potenzialmente a rischio di fratture per piccoli traumi (T score inferiore a –2,5 DS);
- Osteoporosi conclamata (T score inferiore a –2,5 DS e presenza di fratture).
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Un’attività fisica regolare rallenta il processo di invecchiamento dello scheletro. Indipendentemente dall’età, risulta che una vita fisicamente attiva, rispetto alla vita sedentaria, si correla a una maggiore massa ossea. L’attività fisica rappresenta un forte stimolo per mantenere e anche aumentare la massa ossea nei soggetti adulti. Nel caso dell’osteoporosi, l’esercizio fisico risulta al centro dei progetti di cura e prevenzione. Si è constatato infatti come questo sia in grado di incrementare la massa ossea di una persona. L’effetto dell’esercizio fisico è di tipo locale: favorisce cioè la produzione di massa ossea principalmente nella parte di scheletro interessata dal movimento. Attività fisica svolta in acqua risulta proficua nei casi di grave osteoporosi, anche se è meno efficace rispetto agli esercizi svolti in palestra, in quanto, essendo in acqua la forza di gravità notevolmente ridotta, non si ha un’idonea stimolazione del tessuto osseo.
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L’esercizio fisico in caso di osteoporosi:
- deve essere svolto secondo modalità che permettono una continua compressione e decompressione dell’osso: sono utili le attività di tonificazione a corpo libero, ad esempio una marcia ad andatura sostenuta, o ripetuti piegamenti sulle gambe, e gli esercizi con carichi moderati. Entrambi dovranno essere eseguiti in modo regolare;
- la singola sessione non deve durare a lungo: nell’arco della settimana è bene ripeterlo e intervallarlo spesso con periodi di riposo;
- deve superare una soglia soggettiva di sforzo, richiedendo un effettivo impegno muscolare, ma non deve utilizzare pesi eccessivi e pericolosi;
- deve essere alternato a sessioni di allenamento aerobico con camminate veloci, tenendo presente che queste ultime producono stimolazioni ossee inferiori alle sedute con sovraccarichi. E’ meglio evitare corse prolungate;
- deve essere specifico per ciascuna regione corporea da trattare, dato che l’adattamento osseo alle sollecitazioni dipende dal punto applicazione.
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A cura di Esamuela Mancuso
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Bibliografia
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