Alcune unità motorie facenti parte di determinati muscoli rimangono costantemente attive, anche quando l’intero muscolo non si sta contraendo. La loro contrazione, in realtà, non produce una forza sufficiente per provocare uno spostamento, ma serve a mantenere fermo e teso il muscolo stesso. Questa tensione a riposo è nota come tono muscolare. Un muscolo che ha un ridotto tono muscolare appare flaccido e molle, mentre anche un modesto tono conferirà al muscolo una maggiore resistenza e durezza. Naturalmente, il tono è mantenuto grazie al reclutamento alternato di diverse unità motorie, in modo che la forza applicata al tendine rimanga costante, ma si evitino fenomeni di affaticamento. Il tono muscolare a riposo è fondamentale per stabilizzare la posizione dei capi ossei e delle articolazioni. Nei muscoli responsabili della postura e dell’equilibrio, ad esempio, viene stimolato continuamente un numero di unità motorie sufficienti per generare la tensione isometrica necessaria per mantenere la posizione corporea.
Il tono muscolare, inoltre, contribuisce ad impedire delle variazioni improvvise ed incontrollate della posizione ossea ed articolare. La natura elastica dei muscoli e dei tendini, oltre a fornire sostegno, rende possibile l’assorbimento di urti ed impatti improvvisi. Alcune cellule muscolari specializzate, chiamate fusi muscolari, sono controllate da nervi sensitivi che controllano il tono muscolare del tessuto adiacente. I riflessi generati in seguito alla stimolazione di questi recettori svolgono un’importante funzione nel controllo riflesso della postura. L’attività e la sensibilità dei fusi muscolari aumenta con l’esercizio, ed il tono muscolare di base che essi contribuiscono a mantenere, favorisce un rapido reclutamento durante la contrazione volontaria. Anche le fibre muscolari stimolate aumentano di volume e sviluppano una maggiore tensione, processo noto come ipertrofia muscolare. All’estremo opposto, la mancata stimolazione nervosa di un muscolo scheletrico, se prolungata, ne ridurrà sia la massa totale che il tono muscolare. Il muscolo diviene quindi molle, flaccido, e le singole fibre muscolari diventano più piccole e deboli. Questa riduzione delle dimensioni muscolari, del tono e della forza contrattile viene indicata con il termine di atrofia.
Il tono muscolare, inoltre, contribuisce ad impedire delle variazioni improvvise ed incontrollate della posizione ossea ed articolare. La natura elastica dei muscoli e dei tendini, oltre a fornire sostegno, rende possibile l’assorbimento di urti ed impatti improvvisi. Alcune cellule muscolari specializzate, chiamate fusi muscolari, sono controllate da nervi sensitivi che controllano il tono muscolare del tessuto adiacente. I riflessi generati in seguito alla stimolazione di questi recettori svolgono un’importante funzione nel controllo riflesso della postura. L’attività e la sensibilità dei fusi muscolari aumenta con l’esercizio, ed il tono muscolare di base che essi contribuiscono a mantenere, favorisce un rapido reclutamento durante la contrazione volontaria. Anche le fibre muscolari stimolate aumentano di volume e sviluppano una maggiore tensione, processo noto come ipertrofia muscolare. All’estremo opposto, la mancata stimolazione nervosa di un muscolo scheletrico, se prolungata, ne ridurrà sia la massa totale che il tono muscolare. Il muscolo diviene quindi molle, flaccido, e le singole fibre muscolari diventano più piccole e deboli. Questa riduzione delle dimensioni muscolari, del tono e della forza contrattile viene indicata con il termine di atrofia.